CEGLIA DA SOLO A SAN CASCIANO DOPO UNA SPLENDIDA IMPRESA
S.CASCIANO VAL
DI PESA (FI).- Tradizionale appuntamento con la gara juniores in occasione
della festa di San Cassiano patrono di San Casciano Val di Pesa.
Un buon successo per la competizione valevole come gara di
“osservazione” per il Giro della Lunigiana. Al via
60 corridori su di un tracciato lungo la Val di Pesa e di Greve comprendente
per due volte la salita di Chiesanuova e quella da Falciani a San Casciano.
Dopo una prima parte della corsa veloce e con diversi tentativi di fuga,
entrava in azione il pistoiese Marco Ceglia del Team Ambra Cavallini
Vangi di Calenzano, alla ricerca del primo successo stagionale, dopo
aver ottenuto in precedenza alcuni piazzamenti. Il suo allungo sembrava
prematuro in quanto mancavano circa
30 chilometri alla conclusione di questo Gran Premio Industria Commercio
Artigianato. Invece Ceglia con una bella azione resisteva al comando
anche nel tratto finale in salita e giungeva da solo, accolto da meritati
applausi sul traguardo in leggera salita di San Casciano.
Con un ritardo
di 25” era il suo compagno di squadra, l’atteso Bongiorno ad occupare
la seconda piazza quindi Bagni, Bernardi, Grassi, Tani, De Michele e
l’atleta di casa Del Mastio. La gara è stata organizzata dalla Sancascianese
Polimeccanica con il patrocinio del comune. Ora grande attesa per la
Coppa Remo Puntoni di domenica prossima a San Salvatore di Montecarlo
in provincia di Lucca. Saranno molti di più coloro che prenderanno
parte a quella corsa organizzata da Luigi Bianchi, consigliere del Comitato
Regionale Toscano di ciclismo, e dal Club Marco Giovanetti con la presenza
anche di un paio di rappresentative regionali provenienti
dal nord.
ORDINE DI ARRIVO:
- Marco Ceglia (Ambra Cavallini Vangi Caparol) Km 87, in 2h16’, media
Km 38,382; - Manuel Francesco Bongiorno (idem) a 25”;
- Luca Bagni
(Brotini Gruppo Lupi Aucochem);
4)Stefano Bernardi (Ambra Cavallini
Vangi); 5)Alessandro Grasso (Team Giorgi); 6)Tani; 7)De Michele; 8)Del
Mastio; 9)Menciassi; 10)Goffredi.
ANTONIO MANNORI
