ATTIVITA’ SU PISTA COSI’ NON VA
FIRENZE – Una domanda ovvia ma inevitabile. Si crede ancora nell’attività su pista in Toscana? Sgombriamo il campo dai eventuali malintesi dopo quello che abbiamo visto in questa stagione ormai praticamente conclusa. I dirigenti del Comitato Toscano preposti hanno fatto l’impossibile (Colamarino, Becagli, Milianti, il Club Sportivo Firenze, per garantire con poche altri le riunioni che sono state organizzate compreso i toscani) ma così non è possibile andare avanti. Qualche dirigente preferisce sterili polemiche e nascondersi, altri esponenti di società nonostante i frequenti appelli anche del grande Alfredo Martini sulla efficacia ed importanza dell’attività su pista non fanno nulla per portare i ragazzi sulle due piste toscane, quella di Firenze e quella di San Vincenzo. Un esempio eclatante quanto successo quest’anno in occasione dei “Toscani” alle Cascine. Dei quasi 240 tesserati allievi che ci sono in Toscana nemmeno dieci presenti alla manifestazione. Una vergogna, che impone riflessione ed interventi se ancora si crede nell’attività, altrimenti lo si dica. Le cose sono andate meglio negli esordienti e poche le presenze, come previsto tra le donne, gli juniores e gli elite-under 23. Eppure gli iscritti ai due Centri (Firenze e San Vincenzo) sono in numero superiore, ma nemmeno questi iscritti hanno rispettato quello che avrebbe dovuto essere un impegno in occasione quanto meno dei campionati toscani. Il presidente del Comitato Regionale Toscano, Riccardo Nencini che più di una volta ha parlato di interventi prioritari per rilanciare questa attività deve intervenire. Eppure nonostante la carenza delle presenze ed il disinteresse di molti, la Toscana ha saputo ottenere buoni risultati anche nei recenti campionati italiani di Pordenone sia con le donne che con gli juniores e gli under 23, dove Andrea Guardini ha vinto il tricolore nella velocità a squadre. Non spetta a noi trovare le soluzioni ma a chi è preposto all’attività; occorre avere anche una cultura diversa ma intanto per esempio, perché non premiare con la convocazione di almeno due e tre atleti nelle squadre regionali per i campionati italiani, di quelli atleti che si dedicano maggiormente all’attività su pista?
ANTONIO MANNORI