La definizione di “premio inimitabile nato pedalando” é del grande Alfredo Martini che ha seguito sino a quando è stato in vita, tutte le edizioni del “Giglio d’Oro” premio che ogni anno viene assegnato al miglior professionista italiano della stagione in base ai risultati ottenuti da febbraio a ottobre con un punteggio che varia in base all’importanza della gara. Ideato e istituito pedalando in quanto Saverio Carmagnini ed il compianto Vasco Baroni, altro ex corridore toscano, lo decisero durante una delle tante pedalate compiute assieme nel 1974.

Un premio destinato non solo al miglior professionista, ma anche a chi vince il Giro d’Italia, il Campionato Italiano assoluto su strada, ed ancora alla rivelazione dell’annata, fino ai riconoscimenti per l’impresa, il personaggio, oppure la manifestazione che abbia fatto parlare di se. Negli ultimi anni anche il premio alla carriera per il direttore sportivo e per i giovani, juniores ed esordienti, protagonisti nella stagione.

Così il “Giglio D’Oro” raduna ogni anno una decina di personaggi da premiare, continuando a godere della simpatia dei corridori e quella del grande pubblico. Un evento che fa promozione al ciclismo tutto, ed il merito di questo successo va al suo ideatore Saverio Carmagnini ed alla Commissione del premio formata da colleghi della stampa, ex corridori e direttori sportivi, dall’attuale c.t. della nazionale azzurra Davide Cassani, patrocinato dall’USSI. Tutti i migliori esponenti del ciclismo nazionale dal 1974 ad oggi sono stati ospiti del “Giglio D’Oro” che per 9 volte è stato vinto da Francesco Moser, seguito con 5 da Vincenzo Nibali, con 4 da Paolo Bettini, con 3 da Giuseppe Saronni, Maurizio Fondriest, Francesco Casagrande, con 2 da Claudio Chiappucci, Gianni Bugno, Michele Bartoli, Davide Rebellin, Giovanni Visconti, con una da Moreno Argentin, Guido Bontempi, Fabrizio Guidi, Mario Cipollini, Danilo Di Luca, Giacomo Nizzolo.

Antonio Mannori