Francesca Mannori al Tour de France

Francesca Mannori al Tour de France

La fiorentina Francesca Mannori,al Tour de France da numero uno! Sarà infatti la Presidente del Collegio di Giuria alla prossima edizione 2022.I complimenti più sinceri per questo importante ruolo.Congratulazioni!

48esimo Giglio d’Oro

48esimo Giglio d’Oro

“Vorrei tornare anche al Giro”– Premiati anche Saronni, Colnago, il c.t. Villa, Neri, Crescioli e Migheli COLBRELLI AL GIGLIO D’ORO: “PRIMO OBBIETTIVO LA SANREMO”  

Il numero uno della stagione ciclistica 2021, il trentunenne bresciano Sonny Colbrelli, un grande campione del passato Giuseppe Saronni, un artista e maestro delle bici come Ernesto Colnago, Marco Villa commissario tecnico della pista plurimedagliato, due giovani speranze del ciclismo toscano Ludovico Crescioli e Gerolamo Manuele Migheli, il collega Sergio Neri. Eccoli i premiati del 48° Giglio D’Oro la cui cerimonia si è tenuta da Carmagnini del ‘500 a Pontenuovo di Calenzano. Tra i presenti anche il neo c.t. della Nazionale azzurra Daniele Bennati, il presidente regionale del Coni Simone Cardullo, quello del ciclismo Saverio Metti, l’assessora allo sport del Comune di Calenzano Laura Maggi, Marina Romoli, le figlie di Alfredo Martini Silvia e Milvia, quella di Gastone Nencini, Elisabetta.

E’ stata un’annata da favola – dice Colbrelli – ma ora pensiamo al futuro. Non ho ancora definito il programma 2022, primo obbiettivo la Milano-Sanremo, poi mi piacerebbe tornare al Giro d’Italia, anche se tutti lo hanno definito duro e difficile. Studierò bene le tappe che mi si addicono. Quanto al mondiale in Australia pare che non sia facile, ne parleremo al momento opportuno con il c.t. Bennati e poi c’è da difendere la maglia tricolore (per questa ha ricevuto un premio particolare ndr) e quella di Campione Europeo”. Per Giuseppe Saronni (Premio Internazionale Glorie del Ciclismo nel ricordo di Franco Ballerini) preoccupa il vivaio giovanile italiano “speriamo in qualche atleta”, per il c.t. azzurro Marco Villa (Premio Gino Bartali) che avrà da guidare oltre agli uomini anche le donne, il compito non lo spaventa “abbiamo un bel gruppo in grado di continuare ad offrire soddisfazioni, chi mi ha preceduto alle donne Dino Salvoldi ha effettuato un eccellente lavoro e quindi sono tranquillo e fiducioso” mentre Ernesto Colnago, 89 primavere portate splendidamente (Premio Alfredo Martini Maestri dello Sport) ha ricordato quando realizzò nel 1957 la sua prima bici, con la quale Gastone Nencini vinse il Giro d’Italia. Il collega Sergio Neri (Premio Cultura dello Sport Franco Calamai) ha ricordato un episodio del quale fu protagonista con Calamai durante un Giro d’Italia, quindi un commosso ricordo di Alfredo Martini e come lo sport sia cultura. Per i giovani Crescioli e Migheli i premi speciali “Giglio D’oro 2” e Tommaso Cavorso a ricordare l’impegno del premio Giglio D’oro verso i temi della sicurezza stradale, mentre erano assenti il tricolore crono Matteo Sobrero (Premio Gastone Nencini) in quanto in partenza per l’estero con la squadra per un collegiale, e Martina Fidanza, la campionessa del mondo su pista per motivi familiari. Una splendida cerimonia tra racconti, storie, premiazioni e applausi per un premio prestigioso che vola verso i 50 anni, grazie a Lorenzo Carmagnini presidente della ssdrl Giglio D’Oro ed a suo padre Saverio.

                                Antonio Mannori

IL PREMIO RIVELAZIONE GASTONE NENCINI A ANDREA BAGIOLI

IL PREMIO RIVELAZIONE GASTONE NENCINI A ANDREA BAGIOLI

“Penso alle classiche per le gare a tappe ho tempo”

Viaggio in Toscana per Andrea Bagioli ventiduenne promessa del ciclismo nazionale. L’atleta lombardo della Deceuninck Quick Step accompagnato dalla sua ragazza Letizia, ha ritirato da Carmagnini del ‘500 a Pontenuovo di Calenzano, il premio Gastone Nencini nell’ambito del 47° Giglio D’Oro quale rivelazione del 2020. Una cerimonia semplice e familiare avvenuta con un anno di ritardo a seguito della pandemia. Bagioli arriva da una stagione dove ha gareggiato solo nella seconda parte.

“Avevo iniziato bene il 2021 vincendo in Francia al Drone Classic ma due giorni dopo arrivò l’infortunio al ginocchio nel Trofeo di Laigueglia che mi ha costretto a restare fermo fino a luglio. Al Giro di Spagna non sono andato male sfiorando il successo in un tappa”.

– Bagioli, pensi più alle gare a tappe o alle corse di un giorno?

“Per il momento alle classiche per le gare a tappe c’è tempo per pensarci. Mi piacerebbe non lo nascondo vincere una gara World Tour, oppure una gara monumento. Le classiche delle Ardenne mi piacciono particolarmente”.

– In squadra hai accanto il campione del mondo Alaphlippe.

“Julian è un grande personaggio e conta tantissimo avere in squadra un atleta di grande classe, talento ed esperienza come lui”.

– Quali i programmi per il 2022?

“Non sono stati ancora fatti da parte del sodalizio con il quale corro, spero di partire subito abbastanza in condizione per farmi trovare pronto alle classiche di primavera”.

Il premio consegnato a Bagioli da Saverio Carmagnini e da Elisabetta Nencini, la figlia del grande campione, presenti il presidente del Comitato Regionale Toscana di ciclismo Saverio Metti e l’assessora allo sport del comune di Calenzano Laura Maggi. Infine confermata la cerimonia di consegna dei premi del 48° Giglio d’Oro vinta da Sonny Colbrelli, per la tarda mattinata di lunedì 15 novembre.

Antonio Mannori

Lutto: è morto Franco Calamai

Lutto: è morto Franco Calamai

Il primo sport da raccontare il ciclismo
Il suo grande amico Alfredo Martini
ADDIO A FRANCO CALAMAI GRANDE FIRMA DEL GIORNALISMO
FIRENZE – Ciao grande Maestro. Lo posso dire, io che mi sono sempre sentito un suo modesto allievo. Ci ha lasciati Franco Calamai alla bella età di 96 anni. Non lo sentirò più per telefono e quante volte mi ha chiamato per avere notizie ed informazioni.L’ultima telefonata tra noi, era stata di chi scrive, la settimana scorsa, quando era tornato in ospedale e non poteva essere presente alla periodica riunione della Commissione del Giglio D’Oro, premio del quale è stato uno dei fondatori quasi 50 anni fa. Franco era nato il 23 settembre del 1924 a Sesto Fiorentino, era appassionato di ciclismo. Dal 1953 al 1978 giornalista pubblicista, collaboratore fisso e firma storica de “La Gazzetta dello Sport”, e in tempi diversi, anche con altri quotidiani e periodici. Dal 1978 al 1993 giornalista professionista responsabile della Redazione di Firenze de “La Gazzetta dello Sport” e collaboratore sportivo della Redazione fiorentina della Rai. Una volta in pensione aveva continuato la sua collaborazione con La Gazzetta dello Sport. Il suo primo sport è stato il ciclismo ma ha scritto a lungo anche di calcio, pugilato ed altri sport.Nato a Sesto come abbiamo detto, è stato grandissimo amico per una vita intera di Alfredo Martini al quale 10 anni fa dedicò un libro “La Leggenda di Alfredo Martini, da 90 anni in sella da Bartali, Coppi e Magni a CT della Nazionale”. Un libro nel quale raccolse confidenze, memorie, aneddoti e curiosità sugli avvenimenti e i personaggi che hanno attraversato la Sua vita e quella del grande e leggendario saggio del nostro ciclismo.Franco ci ha lasciato questa mattina a Firenze, ed ora è pronto a raggiungere la sua adorata ed amata moglie Gianna che lo aveva anticipato qualche anno fa, nell’ultimo viaggio.Ai figli Luca, lui pure giornalista, e Stefano, e a tutta la famiglia Calamai, le espressioni del più vivo cordoglio. Ciao per sempre Maestro e grazie per tutto quello che mi hai insegnato.

ANTONIO MANNORI

NELLE FOTO: Franco Calamai con le figlie di Alfredo Martini e premiato da Giancarlo Antognoni al Giglio D’Oro.

A Ganna il 47° Giglio D’Oro – Chi sono tutti gli altri premiati

La novità il premio cultura dello sport a Sergio Neri

A GANNA IL 47° GIGLIO D’ORO – DEFINITI TUTTI I PREMIATI

         UN “SETTEBELLO” DI GRANDE PERSONAGGI

CALENZANO(FI)- La Commissione del prestigioso Premio Giglio D’Oro che accompagna il ciclismo italiano dal 1974, ha definito la “rosa” dei premiati dell’edizione 2020, la cui cerimonia di premiazione a seguito del corona virus, è slittata al nuovo anno e si svolgerà, diciamo a tappe e in tempi diversi, tenuto conto della disponibilità e presenza dei sette personaggi da premiare, al Ristorante Carmagnini del ‘500 a Pontenuovo di Calenzano. La sua grande stagione su pista (iridato dell’inseguimento), nelle crono (campione del mondo a Imola) e lo straordinario Giro d’Italia, hanno consentito a Filippo Ganna di aggiudicarsi il 47° Giglio D’Oro, premio (unico in Italia) per il miglior professionista italiano della stagione, organizzato da Saverio Carmagnini e dal figlio Lorenzo, attuale presidente della società sportiva Giglio D’Oro affiliata alla Federazione Ciclistica Italiana, patrocinato del Gruppo Toscano Giornalisti Sportivi dell’USSI e dalla Regione Toscana. Altri premiati saranno Giacomo Nizzolo per aver vinto il Campionato Europeo e quello italiano, e Andrea Bagioli, quale rivelazione della stagione al quale andrà il Memorial Gastone Nencini. Il premio Gino Bartali per il C.T. della pista Marco Villa, quello International Franco Ballerini a Giuseppe Saronni, vincitore di tre edizione del Giglio D’Oro, mentre Ernesto Colnago è stato scelto per il premio Alfredo Martini “Maestri dello Sport”. Infine a completare il “Settebello” dei premiati la novità voluta dal giovane presidente della società sportiva Giglio D’Oro Lorenzo Carmagnini, con l’istituzione del premio “Cultura dello Sport Giglio D’Oro” per chi scrive di ciclismo, con assegnazione della prima edizione al collega Sergio Neri, firma prestigiosa e direttore editoriale del mensile Bicisport. Altra novità quella per il vincitore del Giglio D’Oro, al quale andrà anche una splendida scultura in bronzo realizzata dalla nota ed apprezzata ditta Italfama di Calenzano, nata nel 1976 ad opera di Aldo Marsili. Non assegnati invece per la scorsa stagione vista la ridotta attività svolta, il premio Giglio 2 per il miglior juniores, ed il Memorial Tommaso Cavorso per gli esordienti, quest’ultimo legato al tema della sicurezza per chi va in bici, aspetto che sta particolarmente a cuore agli organizzatori del Giglio D’Oro, che renderanno note le date di premiazione dei singoli vincitori, appena avranno la disponibilità della loro presenza in Toscana, con la consegna dei riconoscimenti nel rispetto dei protocolli sanitari previsti.

                                 ANTONIO MANNORI

UN RICORDO DI ALDO MOSER

UN RICORDO DI ALDO MOSER

Era il capostipite della famiglia Moser. All’eta di 86 anni, era nato il 7 febbraio 1934, è morto all’ospedale di Trento, dove era ricoverato a causa dei Covid, Aldo Moser. Il Giglio D’Oro non lontano dalle sue 50 edizioni, lo vuole ricordare con grande affetto e vicinanza, attraverso Saverio e Lorenzo Carmagnini e con la Commissione del Premio, non soltanto per il fatto che suo fratello Francesco è il plurivittorioso del Giglio D’Oro vinto per 9 volte, ma anche per la presenza di Aldo a più un’edizione del premio in qualità di gradito ospite.

Aldo Moser é stato professionista per vent’anni dal 1954 al 1974, primo di una famiglia di ciclisti perché poi arrivarono i fratelli Enzo, Diego e Francesco, ed i nipoti Moreno e Ignazio.

Tra le sue vittorie la Coppa Agostoni nel 1954, poi il Gran Premio Industria e Commercio di Prato nel 1955, due edizioni del Trofeo Baracchi nel 1958 e 1959 (in coppia con Ercole Baldini, con il quale arrivò secondo nel 1960), il Grand Prix des Nations a cronometro nel 1959, la Coppa Bernocchi nel 1963.

Ha indossato le maglie della Torpado, Leo-Chlorodont (in squadra con Gastone Nencini),  Calì Broni, Emi, Ghigi, Lygie e Maino. Ed ancora i colori della Vittadello, Pepsi Cola, G.B.C. e uno con la Filotex di Viaccia di Prato (in quell’anno, era il 1973, corse al fianco dei fratelli Enzo, Diego e Francesco). Nel 1974 ultimo anno di attività gareggiò nella Furzi, altro sodalizio con radici toscane.

In carriera ha indossato quattro volte la maglia della nazionale ai mondiali di Mondiali su strada: a Frascati nel 1955, a Waregem nel 1957, a Reims nel 1958 e a Mendrisio nel 1971. Ha disputato sedici Giri d’Italia, indossando per due volte la maglia rosa: la prima volta il 21 maggio 1958 a Superga, la seconda 13 anni più tardi a San Vincenzo in provincia di Livorno.

All’intera famiglia Moser, una grande dinastia nel mondo del ciclismo, un abbraccio virtuale e le espressioni del più profondo cordoglio da parte della famiglia Carmagnini, del Ristorante Carmagnini del ‘500, della Commissione del Premio.

                                   ANTONIO MANNORI