Oggi il premio diventato un punto di riferimento
CICLISMO: CARMAGNINI E BARONI IN BICI – COME NACQUE IL GIGLIO D’ORO
LUNGO le strade del Mugello negli Anni Settanta durante una delle solite uscite in bici, nacque tra due amici, Saverio Carmagnini ed il compianto Vasco Baroni, l’idea di allestire un incontro, un appuntamento, una manifestazione, che potesse continuare nel tempo. Saverio e Vasco, trovarono l’entusiasmo di un altro grande del ciclismo toscano, Gastone Nencini, di quello che sarebbe diventato un simbolo di questo sport, Alfredo Martini, di due fiorentini, il direttore sportivo Waldemaro Bartolozzi, ed il noto organizzatore Ademaro Taddei, del Gruppo Toscano Giornalisti sportivi con Franco Calamai, per concludere con il patrocinio delle istituzioni. Nacque così il Giglio D’Oro che oggi con Nibali, Rodriuguez e tanti altri, festeggia i 40 anni, che ha il pregio di essere assegnato in base ai risultati ottenuti in oltre 60 gare del calendario, arricchito da altri significativi riconoscimenti per la maglia rosa, per il campione italiano assoluto su strada, per la rivelazione della stagione. Nel tempo si sono poi aggiunti il Premio Gino Bartali, quello nel ricordo di Franco Ballerini e quello per la categoria juniores. Un vasto universo con tanti campioni premiati come emergenti e più tardi come campioni. Sono sfilati nel locale da Carmagnini del ‘500 a Pontenuovo di Calenzano, dieci iridati, Argentin, Bugno, Cipollini, Fondriest, Gimondi, Moser (primo assoluto con 9 Gigli D’Oro vinti a partire dal primo nel 1974), Saronni, Bettini, e tra gli stranieri per aver vinto il Giro d’Italia, Hinault e Roche. Un premio che ha sempre fatto e continua a fare promozione al ciclismo.
Antonio Mannori