SONO STATI TRE GIORNI INFERNALI PER IL GRANDE ALFREDO MARTINI
SESTO FIORENTINO (FI) – Se è vero che certi dolori atroci fanno invecchiare di qualche anno, non c’è dubbio che il quasi ottantanovenne Alfredo Martini (il compleanno giusto tra una settimana giovedì 18 febbraio) ha raggiunto metaforicamente i cento anni, tanto è stato il dolore che questo grande ambasciatore del ciclismo ha dovuto sopportare durante quei terribili tre giorni, dalla notizia della morte di Franco Ballerini, all’ultimo saluto nel cimitero di Casalguidi, dove il cittì della nazionale azzurra riposa. Lo abbiamo visto con il volto tirato e sofferente, vicino alla bara di Franco nella camera ardente, durante il breve tragitto verso la chiesa, nella panca seduto ad ascoltare la S.Messa e l’orazione funebre, prima di prendere la parola per un breve quanto intenso e inestimabile messaggio alla fine della cerimonia, per ricordare a tutti chi era Franco Ballerini e come dovrà essere ricordato.
“Sono riuscito anche a chiudere gli occhi durante la notte, a dormire per un po, tanto ero sfinito – dice Martini – la stanchezza era superiore al dolore pure immenso e devastante che sentivo dentro. Tre giorni terribili che non finivamo mai, ma ora sarà ugualmente dura, penso alla famiglia, alla moglie Sabrina, ai due figli. Ha detto bene Luca Scinto, è ora che comincia la salita e noi dobbiamo continuare ad essergli vicino, come fossimo gregari.”
Il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, tra l’altro anche vice presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, ha lasciato che fosse proprio Martini a dire qualche parola al termine della cerimonia funebre nella chiesa di Casalguidi e sicuramente nei prossimi giorni lo stesso Di Rocco si rivolgerà ancora a Alfredo per conoscere il suo illuminante pensiero su chi dovrà continuare l’opera di Franco Ballerini alla guida della nazionale azzurra di ciclismo. Martini come fece a suo tempo nell’indicare il nome del “Ballero” dirà la sua, poi Di Rocco ed il consiglio federale decideranno. Il nome che tutti fanno è quello di Paolo Bettini, amato dal gruppo dei corridori, dall’ambiente del ciclismo, e pensiamo che da lassù anche Franco Ballerini ne sarà contento.
ANTONIO MANNORI